Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sè e deve essere governato con la forza..."

Giacomo Matteotti, 30 maggio 1924. 

 

 

                                         W LA REPUBBLICA ITALIANA

                                                        NATA DALL'ANTIFASCISMO E DALLA LOTTA DI LIBERAZIONE

 

 

 

 

Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sè e deve essere governato con la forza..."

Giacomo Matteotti, 30 maggio 1924. 

 

 

                                         W LA REPUBBLICA ITALIANA

                                                        NATA DALL'ANTIFASCISMO E DALLA LOTTA DI LIBERAZIONE

Ho abbracciato e baciato la Storia

 
 
 
Vi è mai capitato di parlare con la Storia?
Di guardarla negli occhi, abbracciarla, baciarla?
Di cantare insieme “Bella ciao”?
Nel mio infinito percorso con la memoria mi è capitato di stringere la mano a un valoroso alpino (Viareggio), a uno degli ultimi cappellani militari (Torino) ma l’emozione che ho provato ieri davanti a Jole Mancini è stata soffocante.
Staffetta partigiana, poi torturata in via Tasso dal macellaio Priebke, compagna di Calamandrei e degli eroi di via Rasella.
“Ma non ho parlato”. I nazisti volevano sapere dov’era scappato il marito, sfuggito alla rappresaglia, ha preso molte bastonate ma lei “non ha parlato”, è il suo orgoglio dopo tanti anni e lo ripete come un intercalare, è la sua ragione di vita. Nata nel febbraio del 1920 adesso ha dunque 99 anni e mezzo.
 
 
E non ha intenzione di mollare: mi ha invitato per i 100. Lucidissima, spirito guerriero, ironica.
Stavamo sul palco del teatro e ribatteva colpo su colpo, con tenerezza ma anche con piglio, la voce appena sofferente.
Ha raccontato la sua storia e io facevo fatica a capirla ma la continuavo ad accarezzare.
Mia madre era nata esattamente un anno prima di lei e mi sembrava, attraverso la sua voce, di riascoltarla.
Le ho raccontato del mio incontro a distanza con Priebke ed è  stato l’unico momento in cui un’ombra le ha attraversato gli occhi.
E’ stata un’emozione travolgente che non riesco neppure a raccontare. 
Io sono figlio dell’immediato dopoguerra e non posso dimenticare che se sono nato libero lo devo a questa donna coraggiosa e a tanti altri eroi.
Alla fine abbiamo cantato tutti insieme “Bella ciao” a voce altissima, la sala in piedi, gli occhi lucidi ma con grinta.
 
Due giorni con l’Anpi mi hanno dato nuovi stimoli.
L’aver  presentato “Dittatori” a ridosso del 25 aprile ha rappresentato un grande traguardo che Anna Raviglione merita di condividere come ha condiviso la passione per la memoria.
Un successo che è anche di Andrea Giannasi, la sua passione per la storia è stata determinante e merita altrettanti applausi.
E’ stato esaltante soprattutto lo spirito in cui sono stato accolto e ci siamo sentiti fratelli.
Perchè in comune abbiamo la speranza.
Non solo pubblicamente ma anche in pizzeria, come amici. Guardate l’entusiasmo di Ottavia Piccolo, un’attrice piena di talento che combatte la battaglia per la libertà da cittadina, orgogliosa del suo fazzoletto.
Non so cosa succederà ma ho visto molti sorrisi.
Loro sono brutti, molto brutti nella loro cattiveria.
E noi invece siamo belli e continuiamo a sorridere. 
 
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