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Pubblicato Giovedì, 05 Settembre 2013 14:20
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Scritto da ANPI Nazionale
L’ANPI Nazionale sull’attuale vicenda Berlusconi:“Rispettare ed applicare le leggi e le sentenze definitive. In uno Stato di diritto non c’è spazio per salvacondotti” La Segreteria Nazionale dell’ANPI, non intendendo invadere il campo e le prerogative né del Governo, né del Parlamento, né dello stesso Presidente della Repubblica, ritiene tuttavia di non poter tacere di fronte ad una situazione politica complessiva, nella qualesembrano sfumare, fino a scomparire del tutto, alcuni dei valori fondamentali della Carta Costituzionale. Nel corso di questa “calda” estate, si sono sentite parole come “salvacondotto”, che sanno di medioevo e parole come “agibilità politica”, di senso quanto meno oscuro.E’ tempo di dire con chiarezza che tutto questo non ha nulla a che fare con i valori ed i principi per i quali ci siamo battuti combattendo per la libertà e che sono stati recepiti nella Costituzione, dalla quale si deduce (giova ripeterlo ancora una volta) che: 1. La legge è uguale per tutti, senza distinzioni di sorta;2. tutti sono tenuti a rispettare la legge e la Costituzione, così come le sentenze, legittimamente emesse dagli organi giudiziari;3. la legge “Severino” è stata approvata dal Parlamento a larga maggioranza, previa valutazione, in entrambi i rami del Parlamento, di legittimità costituzionale; il Parlamento ha la possibilità di modificarla, ma non il potere di disattenderla, né quello di sollevare questioni che, secondo norme e princìpi costituzionali sono riservati ad organismi giurisdizionali; tanto più che essa è stata già applicata in numerosi casi, talchè ogni deviazione per “ragioni politiche” violerebbe – oltretutto– il principio di eguaglianza;4. i provvedimenti di clemenza sono ammissibili solo alle condizioni previste dalla legge e comunque sempre in rispondenza dell’interesse generale e non di quello di singole persone;5. la stessa “grazia”, che compete al Presidente della Repubblica, ha dei limiti naturali, che derivano anche da sentenze emesse dalla Corte Costituzionale. E va detto con chiarezza che la grazia, che dovrebbe essere determinata essenzialmente da ragioni “umanitarie”, presuppone non solo la richiesta dell’interessato, ma anche l’accettazione delle sentenze definitive e delle proprie responsabilità, nonché l’assenza di altri procedimenti e di altre condanne, anche se non definitive, per un ovvio principio di logica e morale coerenza;6. è pacifico che deve essere sempre garantito il diritto di difesa; ma esso non può e non deve concretarsi in modalità volte soltanto ad eludere la legge e procrastinare ingiustificatamente gli effetti che da essa direttamente scaturiscono. Naturalmente, l’ANPI rispetterà qualunque decisione possa essere adottata dagli organismi competenti; ma non rinuncerà mai né al diritto di critica né al dovere di difendere i princìpi e i valori della Costituzione, nati dalla Resistenza. Roma, 4 settembre 2013 La Segreteria Nazionale dell’ANPI