Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sè e deve essere governato con la forza..."

Giacomo Matteotti, 30 maggio 1924. 

 

 

                                         W LA REPUBBLICA ITALIANA

                                                        NATA DALL'ANTIFASCISMO E DALLA LOTTA DI LIBERAZIONE

 

 

 

 

Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sè e deve essere governato con la forza..."

Giacomo Matteotti, 30 maggio 1924. 

 

 

                                         W LA REPUBBLICA ITALIANA

                                                        NATA DALL'ANTIFASCISMO E DALLA LOTTA DI LIBERAZIONE

Comunicato del sindaco di Osimo nel 72' della Liberazione

 

 

Il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni e l'intera Amministrazione civica celebrano oggi, 6 luglio 2016, il 72° anniversario della Liberazione della città dall'occupazione nazifascista, il ritorno alla libertà ed alla democrazia dopo un Ventennio di soprusi e violenze sul popolo italiano e sugli stessi osimani, tra i quali ricordiamo Renato B. Fabrizi, Mario Ambrogetti, Luigi Fiordelmondo, l'artista Luigi Bartolini, la famiglia Luna e tanti altri. In quel giorno, salendo da Via Cialdini e da Porta Vaccaro, facevano il loro ingresso in una città già liberata dai partigiani del gruppo Riccio e della Brigata Basso Musone della quinta divisione Garibaldi, le truppe polacche del gen. Wladyslaw Anders. La liberazione di Osimo fu molto più che un'azione militare. La liberazione di Osimo, da un punto di vista politico, rappresentò anche la presa di quella che, fin dall'ottobre 1943, fu di fatto la capitale delle Marche come citato dalle cronache del tempo.
L'Amministrazione ricorda come quel 6 luglio 1944, da molti atteso allora come atto definitivo di guerra, in realtà divenne l'inizio di uno dei fatti di guerra più importanti per il nostro Paese, combattimenti feroci che accelerarono la caduta della Linea Gotica. Ma la pena della guerra s'infranse sulla nostra città fino al 18 luglio successivo. Diciotto tra partigiani e patrioti caduti, circa 150 vittime civili, decine di internati militari nei campi tedeschi e Annita Bolaffi, ebrea, finita nei forni di Auschwitz, sono il costo che la città pagò affinché si producesse quel bene prezioso rappresentato dall'Italia libera e democratica, cui oggi dobbiamo la nostra crescita civile ed economica e che la Costituzione, nata dall'antifascismo e dalla Resistenza, continua a garantire. 

Osimo ricorda affinché mai più si ripetano quegli orrori

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