Ancona e l'ebraismo

L'edicola ad Osimo che ricorda la chiesa di S.M. degli Olivi. Tale chiesa era confinante con il cimitero ebraico di Osimo

Edicola che ricorda la chiesa di di S.M. degli
Olivi ad Osimo confinante con il cimitero
ebraico osimano (dal Catasto Piano a.d. 1554)
 

Non sono in molti a sapere che l'80% dei cognomi ebraici in Italia hanno origine marchigiana. Ancona come Fermo, come Ascoli o Pesaro furono centri ebraici assolutamente di rilievo cui proprio la presenza ebraica fece la differenza. La nostra Osimo, in difficoltà di finanziamenti per opere pubbliche e la stessa Diocesi, non esistendo ancora banche, chiamaro una decina di famiglie ebraiche fermane attorno al '400 che se ne andarono con la crisi del '600.  Il comune e l'Arcivescovado  attinsero quindi a piene mani a prestiti che oggi definiamo ad usura ma indispensabili e piuttosto comuni al tempo; salvo poi bruciarne quancuno sul sagrato del Duomo o costringerlo pubblicamente ad abiurare quando l'insolvenza aveva il sopravvento ( i marrani).   Unica ebrea celebrata ad Osimo ai nostri giorni é Annita Bolaffi cui é dedicata una lapide, con le parole del sottoscritto che scoprì questa triste vicenda umana, affissa nella Sala Maggiore del Comune di Osimo in quanto finita ad Auschwitz.

Che la comunità ebraica abbia avuto un ruolo ad Ancona é dato consolidato vista la percentuale eccezionale della comunità ebraica anconetana sulla popolazione dorica che in certi periodi rasentò il 5%.

 

Breve cenno storico- La comunità ebraica di Ancona è una delle più antiche e significative comunità ebraiche d'Italia.La presenza di ebrei  ad Ancona è ricordata già prima del Mille. Nei secoli seguenti essa si andò espandendo per l'importanza del porto e dei rapporti commerciali con il Levante. L'assoggettamento dal 1532 allo Stato della Chiesa portò all'istituzione del ghetto nel 1555 e ad episodi di intolleranza che culminarono l'anno successivo nella condanna al rogo di 25 marrani nell'odierna piazza Enrico Malatesta. L'evento provocò vaste proteste internazionale e un boicottaggio commerciale di due anni del porto di Ancona. La comunità rimase tuttavia numerosa e prospera nel Seicento e nel Settecento.

L'arrivo delle truppe francesi nel 1796 fu salutato con entusiasmo dagli ebrei anconetani e tre di essi, Sanson Constantini, David e Ezechiele Morpurgo, furono eletti nel nuovo consiglio comunale. La restaurazione riportò il ghetto e un'ondata di repressione religiosa che terminò solo nel 1831. Trent'anni più tardi Ancona sarà annessa al nuovo Stato italiano e le discriminazioni cessarono

Oggi l'ultimo riconoscimento del Sindaco Valeria Mancinelli.

immagineIl sindaco Valeria Mancinelli ha incontrato questa mattina una delegazione della Comunità ebraica delle Marche composta dal presidente Bruno Coen, dai vicepresidenti Daniele Tagliacozzo e Remo Morpurgo, oltre al ministro di culto Nahmiel Ahronee in rappresentanza del rabbino capo della comunità ebraica di Ancona, Rav Giuseppe Laras.

Nel corso dell’incontro il sindaco ha ribadito l’importanza del ruolo che la Comunità ebraica anconetana riveste da tempo proprio perché elemento rilevante della storia locale e costituente della identità dorica. La Comunità ebraica di Ancona (22 in tutto quelle presenti in Italia) insieme a Roma è la più antica d’Europa e costituisce un baluardo della tradizione dell’ebraismo italiano ed è da sempre ben inserita nella vita della città. Proprio per questo la Comunità ebraica sta sostenendo un progetto per la realizzazione di un centro regionale di documentazione ebraica che possa avere in Ancona un nucleo centrale cosicchè sia possibile accedere a fonti e documentazione a livello nazionale e regionale.

La Comunità ebraica ha chiesto al Comune di sostenere questa iniziativa, richiesta che il sindaco ha accolto favorevolmente sottolineando che questo sostegno trova anche fondamento nella unicità e specificità della presenza ebraica in Ancona, rilevabile anche nell’esistenza del “campo degli ebrei” , il cimitero ebraico con tombe impiantate più antico d’Europa (risalenti al ‘500) e di due sinagoghe del 1400 di rito levantino. Quest’attenzione dell’amministrazione alla Comunità ebraica è storica e ben radicata poiché già dal 2004 è stato creato il percorso ebraico chiamato “Chaym” (vita) progetto diffuso che ha trovato grande interesse non solo sotto il profilo culturale e di conoscenza della tradizione ebraica ma anche per la valenza turistica e di attrazione internazionale rivelatasi nel corso degli anni.

Da Vivere Ancona del 29/08/2013

 

 
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