Eccezione ritrovamento. La vecchia lapide aspettava da 91 anni.
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- Pubblicato Mercoledì, 21 Gennaio 2015 12:46
- Scritto da Armando DURANTI
Nel corso suo stage universitario in municipio, il nostro giovane iscritto, ma ormai veterano, Niccolò Duranti, ha notato qualche giorno fa una lapide scura in fondo ad un archivio, appoggiata a terra, in una soffitta del palazzo municipale di Osimo. Amante della storia specie della nostra città, ispiratore della ricerca e coautore di un testo sulla presenza ebraica a Osimo nel XV sec., Niccolò ha subito compreso l'importanza di quel marmo.
Il prezioso marmo, non per il materiale in sé quanto per il ricordo che conserva, fu scoperto il 29 settembre 1920 in occasione del ricordo della battaglia di Castelfidardo (18/9/1860), scontro questo, che diede luogo alla successiva annessione delle Marche e dell'Umbria al Regno d'Italia. Le parole incise, suggellano la figura del concittadino Vincenzo Rossi con questi versi:
A
VINCENZO ROSSI
COSPIRATORE INFATICABILE SOLDATO VALOROSO
DELL'ITALICO RISORGIMENTO
CHE NEL SETTEMBRE 1860
L'OSIMANO RISCATTO COMPIVA
E ALLE FRATERNE MILIZIE LIBERATRICI
PREPARAVA IL CAMMINO
IL POPOLO
MEMORE GRATO
Non abbiamo ancora ricostruito la storia di questa lapide ma si è portati a credere che questo marmo abbia subito la fine delle altre lapidi, citate da autori locali, e che furono divelte, dal luogo dove erano collocate, dalla amministrazione civica fascista.
Quella a Francesco Fiorenzi, ad esempio, altra figura del Risorgimento osimano, fu girata e riutilizzata: nelle stesse circostanze?
In attesa che la ricerca svolga il suo compito, l'ANPI si è attivata per riportare alla "luce" degli osimani la storica epigrafe prendendo contatto con il sindaco Pugnaloni e l'assessore alla cultura Pellegrini, trovando la collaborazione dell'AUSER Cultura per un evento da organizzare sulla figura del patriota Rossi.
A quanti non conoscono questa figura di politico, riportiamo qualche notizia sapendo che esiste una letteratura su questi disponibile presso la Biblioteca comunale "Cini".
Vincenzo Rossi nacque nella vicina Montefano nel 1818. Studiò arte a Venezia . Attorno al 1840 aderì alla Carboneria osimana che già nell'ottobre 1816 si presume contasse su una ottantina di "sospetti". Nel 1820, Gran Maestro era Andrea Bonfigli, il segretario Francesco Gherardi mentre esponenti di spicco erano pure i conti Cesare Gallo, che tentò una sortita militare nel 1831, e Sinibaldo Sinibaldi, primo sindaco di Osimo, oltre al segretario comunale Filippo Giacconi.
Tornando al Rossi, questi, dopo aver partecipato agli eventi tra gli anni 1840 e 1850, fonda la Società Nazionale.
Alla liberazione dallo Stato della Chiesa, Rossi fu della Commissione municipale, comandante della Guardia Nazionale. Divenne poi sindaco dall'aprile 1863 al 1867, e poi di nuovo dal 1876 al 1878 passando successivamente anche al Consiglio provinciale ed in quello comunale sempre come esponente dei "Progressisti" quella che potrebbe essere identificata nella "sinistra" odierna.
Nel 1877, anno dei fatti legati alla Società Fratelli Bandiera, aprì il settimanale più famoso di Osimo: La Sentinella del Musone, organo progressista/repubblicano, la quale finì le pubblicazioni nel 1924 per opera del Fascismo e, fino a qualche anno prima, riferimento del movimento socialista osimano.
Vincenzo Rossi morì nel 1889 ed ebbe almeno tre figli, Ezio e Umberto e una femmina, cui ci sfugge il nome, legata al sindaco Gambini, sindaco due volte a ridosso del secolo successivo.
Ezio Rossi fece parte della commissione trattante con l'amministrazione comunale, durante il grande sciopero contro il carovita del gennaio 1898, quale consigliere della repubblicana Società di Mutuo Soccorso fra gli Operaj ; per questo sua partecipazione fu arrestato e finì sotto processo, venendo poi assolto anche per l'intervento del sindaco Lardinelli.
VINCENZO ROSSI