Ai martiri di Chigiano Valdiola

Tra il 23 e il 24 marzo del 1944, a cavallo di uno degli inverni più duri, si compie la prima delle due stragi nazifascisti di Chigiano Valdiola.  Otto partigiani della formazione Mario di stanza attorno al Monte S.Vicino e alla vicina S.Severino Marche attaccati dalla  Alpenkrieg della II divisione H.Goering e guidati da fascisti di Macerata in azione  di rastrellamento a copertura della ineluttabile ritirata dalla Linea Gustav, vengono catturati.

Sei di loro vengono fucilati sul ponte di Chigiano mentre lo slavo Dimitrov,  portano nella vicina Corciano,  subisce la medesima sorte.

L'ottava vittima fu Anacleto Giulietti di Sirolo, catturato da solo mentre tentava di sganciarsi..

Sei di quei partigiani furono fucilati sul ponte di Chigiano e, una volta gettati i corpi esanimi dal ponte stesso, furono raggiunti sul greto del sottostante fiume Musone, evirati,soffocati e sfregiati:Franco Stacchiotti,  Lelio Castellani,  Piero Graciotti e Alessio Lavagnoli erano i loro nomi, tutti osimani, più Paci e  Filippi.

Finita la battaglia con la fuga dei duemila nazifascisti, i partgiani cercarono i resti dei loro sfortunati compagni e quando li trovarono fecero enorme fatica a riconoscerli: più dagli abiti e gli oggetti personali che dai loro corpi.

Caricati quei poveri resti sulla Astra sequestrata al vescovo di Macerata, li seppellirono  nel cimitero di Frontale, sede del comando, e portati ad Osimo dopo la fine della guerra.

Questi i fatti e, come suggerito dal Costituente Piero Calamandrei, da allora, ogni anno, gli osimani rendono omaggio ai loro eroici concittadini &là dove è nata la nostra Costituzione&.

Calamandrei invitava i giovani a recarsi sui luoghi dove altri giovani prima di loro, decisero che età ora di dare una svolta al nostro Paese, di dargli onore e regole che segnassero il compimento della libertà e della democrazia.

Un suggerimento, quello di conoscere la storia  del Novecento e della Resistenza in particolare, che con rammarico constatiamo,  giorno dopo giorno, è sempre più ignorato e non sappiamo quanti di quelli che oggi chiedono di &cambiare& la Costituzione, abbiano piena coscienza del gesto che compiono.

Noi siamo portati a pensare che non è possibile eludere principi fondamentali del diritto in nome di una finanza che ha dimostrato  di non essere in grado di sviluppare una società sostenibile e di aumentare anzi il divario tra fasce sociali  mettendo così a rischio la civile convivenza.

Mettere mano anche ad una sola parte di quel patto di popolo qual'è il dettato costituzionale significa manomettere l'intero meccanismo: questo non è possibile permetterlo.

Quella che creò quella straordinaria letteratura era una generazione consapevole,  lungimirante, cosciente di determinare il presente e il futuro, contrariamente alla politica attuale, autoreferenziale e scaltra.

 

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