Tra la fine del 1938 e il 1939 le leggi razziste costrinsero molti ebrei, specie stranieri, a lasciare lItalia fascista. Una delle vie di fuga fu Ventimiglia, esattamente come avviene oggi per i migranti provenienti dallAfrica, in direzione della Francia, dove non cera una dittatura, per poi eventualmente spiccare il volo verso la Gran Bretagna o gli Stati Uniti. Ma anche allora i francesi non gradivano lintrusione e spesso respingevano i clandestini al confine.
Questa storia poco conosciuta viene raccontata da Paolo Veziano in Ombre al confine. Lespatrio clandestino degli ebrei stranieri dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra 1938-1940″ (Fusta Editore), libro emozionante in cui, come scrive Alberto Cavaglion nella prefazione, la figura geometrica dominante è la serpentina, o meglio bisognerebbe dire le serpentine, che da Ventimiglia conducevano i profughi ebrei in fuga dallItalia fascista in direzione di Garavan, il quartiere di Mentone prossimo alla frontiera.
Vicende drammatiche di famiglie sballottate tra lItalia di Mussolini, che emanava provvedimenti di espulsione per gli ebrei stranieri e, cautamente, ne favoriva lespatrio per liberarsi dalla loro presenza, e la Francia democratica che in realtà non li voleva, costringendoli ad entrare clandestinamente attraverso passaggi impervi, come il tristemente celebre passo della morte vicino al confine di Ponte San Luigi.
E anche allepoca in quel traffico di uomini e di donne non mancavano persone senza scrupoli, gli scafisti degli anni Trenta, pescatori o non, che cercavano di trarre il massimo profitto da quei viaggi della speranza.
La storia si ripete. Tragicamente
Maurizio Landini: "L'antifascismo è la pelle e l'anima della Cgil"
Patria Indipendente ha pubblicato un'intervista al neoeletto segretario della Cgil Maurizio Landini. Ne riportiamo dei frammenti di seguito.
Qual è il rapporto di Maurizio Landini con l’antifascismo e con l’Anpi?
L’antifascismo è parte della mia vita. Non sarei quello che sono senza i valori e i principi trasmessi da mio padre, partigiano, e dalla mia famiglia, senza i racconti della guerra di Liberazione, senza l’esperienza vissuta in una città Medaglia d’Oro della Resistenza, senza l’esempio e i consigli, sempre rispettosi e utili, di tanti combattenti che ho incontrato in questi anni. L’antifascismo, l’amore per la democrazia e la libertà non può che essere la pelle e l’anima di un militante, di un sindacalista, della Cgil. Lo è ancor più in questi mesi difficili, mesi in cui l’ombra del passato sembra, a volte, riemergere, tornare a galla.
Per chi volesse leggere l'intervista completa, qui il link al sito.