3- Giorno per giorno

9 settembre 1943- Alle prime luci dell’alba il re e lo stato maggiore italiano lasciano in fretta Roma diretti a Pescara. Temono la cattura da parte dei tedeschi che stavano riversando la loro rabbia su Roma. A Pescara decidono che è rischioso usare un aereo e quindi si dirigono a Ortona dove sono imbarcati sulla corvetta Baionetta che salpa verso la mezzanotte diretta a Brindisi. Il generale Roatta, lo stesso che comandò la stretta su Lubijana mietendo molte vittime tra i cittadini sloveni, dichiarò la necessità di quel gesto per dare continuità al trattato di resa.  

Alle 3.30 gli Alleati sbarcano nelle prossimità del fiume Sele (Salerno).   In mare, la flotta italiana ha l’ordine di convogliare su Malta. Così, partendo da La Spezia e da Genova si crea un convoglio che viene individuato dagli aerei tedeschi e attaccato. La corazzata Roma, ammiraglia della flotta italiana viene affondata con 1326 marinai a bordo. La corazzata Italia viene gravemente colpita.

Mentre il re e il suo codazzo scappano continuava la resistenza di Roma e dell’esercito all’occupazione della capitale. I Granatieri di Sardegna resistono a Porta San Paolo e a sud di Roma, ma anche sul Campidoglio é  difeso da un plotone di granatieri agli ordine del capitano GdS Alberto Alessandrini di Osimo. A nord resiste il reggimento Lancieri di Montebello davanti ai panzer tedeschi.

Azioni di guerra si generano a Mantova, sul Colle del Frejus, qui i doganieri respingono un tentativo tedesco di oltrepassare la dogana così come in altri valichi di frontiera come quello di Tarvisio. Si combatte a Trieste dove la nave Berenice, appena varata, tenta la fuga dal porto ma viene affondata con l’equipaggio.

In Sardegna si compie lo scempio della Nembo.  I paracadutisti rifiutano l’armistizio e il 12° battaglione si schiera con i tedeschi. Il CSM insegue la macchina dei fuggiaschi  per tentare di dissuaderli dal passare al nemico. La risposta è dura. Il ten. Col. Luserna (MOVM) viene massacrato ed il suo corpo gettato in mare.

Si costiuisce a Roma il CCLN (Comitato Centrale di Liberazione Nazionale) cui la presidenza va a Ivanoe Bonomi.

Gli inglesi sbarcano a Taranto occupandone il porto senza incontrare resistenza.

Parte il piano tedesco di disarmo delle unità italiane su tutto il teatro di guerra. Parliamo di 1.090 mila unità in Italia e di 900.000 dislocate sui territori occupati.

L’Iran dichiara guerra alla Germania.

 

10 settembre 1943 -  Il generale Carboni rientra in una Roma ancora in fuoco e conclude un accordo con i tedeschi che consente loro un facile transito delle truppe d’occupazione dirette alla volta di Salerno. Nel qual tempo Roma è dichiarata “Città aperta”.

Nonostante l’accordo i tedeschi attaccano i presidi italiani e viene firmata la resa.   Il bilancio della strenua difesa di Roma è di 414 militari e 156 civili morti oltre ai 700 feriti.

Una testimonianza di questa giornata la leggiamo direttamente dalla lettera del Comando Brigata Granatieri di Sardegna in Roma del 3 novembre 1945 indirizzata al cap. GdS Alberto Alessandrini. In serata viene dichiarato il cessate il fuoco.

Si continua a difendere le frontiere. Il re Vittorio insedia il governo del cosiddetto del Sud. Truppe canadesi entrano in Catanzaro.

Aerei alleati bombardano la città industriale di Dussendorf: 360 aerei sganciano 760 tonn. Di bombe sulla città tedesca.

I sovietici occupano il Mar d’Azov.

  

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